tipo di intervento: concorso a inviti per un museo all’aperto sul Carso Goriziano
superficie: due ettari circa
anno: 2010
luogo: Monte San Michele (GO)
progettisti: OAB – Ferrater & Asociados / PiSaA Piemonte·Samsarelou·Arquitectos / Tommaso Rossi Fioravanti / Lorenzo Tognocchi
ingegneria: AEI progetti srl
progetto naturistico: Ischetus Soc Coop
progetto geologico: Geodinamica Studio Geologico Associato

Tre ambiti: Monte San Michele, Belvedere Doberdò e Sacrario Redipuglia
Se Monte San Michele rappresenta la crudeltà della Grande Guerra, Redipuglia la consacrazione retorica dell’amor patrio e del coraggio e Doberdò del Lago la forza della natura carsica, la somma delle singole esperienze male delinea una visione generale della complessità dei luoghi. Capire il Carso è riuscire a comprenderne, per lo meno in parte, la sua complessità. Se leggiamo la storia, la memoria e il paesaggio come layer distinti finiremo per avere delle visioni parziali di un territorio che merita una comprensione più profonda.

Il nostro scopo quindi deve essere quello di guidare il fruitore all’interno della complessità del territorio in modo che l’intervento progettuale si tramuti in una aiuto concreto alla percezione del paesaggio. Esiste poi un ambito 0 comprendente tutto il territorio del Carso all’interno dei tre ambiti principali, che è stato interpretato come una infrastruttura paesaggistica e storica, un tessuto connettivo che salda insieme i tre elementi principali.

Gli strumenti per suggerire la lettura di questo territorio si concretizzano attraverso degli object trouvè che costituiscono allo stesso tempo un intervento di land art e un valido ausilio alla lettura del luogo. Questi oggetti, uguali e ripetuti, sono una serie di pali tecnologici, che permettono di portare alla luce ed evidenziare elementi storici e naturalistici altrimenti scarsamente visibili. Consistono infatti in strutture metalliche snelle, alte intorno ai 18 metri, dotate sulla loro sommità di alcuni specchi (diversamente inclinati ed orientati), di segnali luminosi, punti di ripresa video e pannelli fotovoltaici. Il loro aspetto richiama un po’ la figura della libellula, un corpo esile che sorregge delle larghe ali formate da pannelli riflettenti e fotovoltaici.